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dolore

Il dolore ha avuto una funzione fondamentale nella sopravvivenza dell'individuo come messaggio della necessità di intraprendere una reazione necessaria a seguito di una aggressione o di un danno all'integrità fisica.   Secondo la definizione della IASP (International Association for the Study of Pain), il dolore «è un'esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno». Tale definizione pone l’accento soprattutto sulla natura soggettiva della sensazione dolorosa. Ogni individuo reagisce in maniera unica a un determinato stimolo doloroso, sulla base delle esperienze pregresse e su quella che viene definita la sua soglia del dolore, e ogni persona è in grado di valutare, secondo il suo parametro, quanto è forte il suo dolore e quindi è in grado di oggettivarlo tramite una misurazione.
Il dolore può essere  classificato in base alla durata in acuto o cronico. Il dolore acuto ha generalmente una durata limitata e tende a risolversi nell’arco di giorni-settimane. Esempi di dolore acuto includono il dolore post-operatorio e il dolore post-traumatico. Il dolore cronico può essere definito come un disagio persistente da tre a sei mesi oltre il periodo di guarigione previsto. Il dolore cronico è la forma di disabilità più frequente al mondo ed è spesso correlato a disturbi muscolo-scheletrici come l’osteoartrosi. Inoltre a seconda che della sua intensità  il dolore può essere classificato come lieve, moderato e severo. Il dolore, nelle sue molteplici forme, è un evento che si presenta quotidianamente nell’attività professionale del medico, e che necessita per il paziente di un trattamento adeguato per efficacia e rapidità d'azione.

Harrison. Principi di medicina interna. 16° edizione.